Ritenuto in passato un semplice rivestimento, oggi l’endotelio è considerato un vero e proprio regista emodinamico, responsabile di svariate attività
Le cellule endoteliali sono molto importanti nel corso dei processi infiammatori, quando un danno a un tessuto richiede l’intervento di alcune cellule del sistema immunitario, soprattutto i monociti-macrofagi, cellule spazzine in grado di fagocitare microrganismi patogeni. Grazie all’esposizione sulla membrana cellulare di particolari proteine, dette "di adesione", l’endotelio è in grado di richiamare queste cellule dal sangue, per condurle a riparare il danno.
Tra i suoi vari compiti, l’endotelio partecipa anche alla regolazione del calibro dei vasi, in particolare delle arteriole. Grazie al rilascio di particolari molecole, è in grado di dilatare o contrarre la muscolatura di questi vasi: questo si ripercuote più in generale sulla pressione sanguigna, uno dei parametri vitali dell’organismo
Uno dei principali fattori che danneggiano l’endotelio è la formazione di placche aterosclerotiche, costituite dall’accumulo di colesterolo e grassi: queste placche erodono letteralmente l’endotelio, trasformando irreversibilmente la struttura della parete vascolare.
Saranno affrontate tre patologie molto diffuse che hanno in comune una disfunzione endoteliale:
l’ipertensione e l’ipercolesterolemia che rappresentano i principali fattori di rischio per mortalità e morbilità cardiovascolare nel mondo ed in Italia.